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Salario minimo e aumenti di salario

5 risposte sul salario minimo e sugli aumenti di salario

Esiste un salario minimo?

Sostanzialmente no. Tuttavia contratti di lavoro collettivi o normali e le leggi cantonali possono prescrivere un salario minimo.

Salario minimo nel contratto collettivo di lavoro

Se tuttavia per il suo contratto di lavoro si applica un contratto collettivo di lavoro è possibile che questo prescriva salari minimi. In questo caso il datore di lavoro può pagare meno del salario minimo solo se il contratto collettivo di lavoro prevede questa possibilità.

Se il contratto collettivo di lavoro non è obbligatorio a livello generale, la Commissione tripartita – composta da rappresentanti del datore di lavoro, dei lavoratori e statali – con il consenso delle parti contrattuali può «richiedere la dichiarazione d’obbligatorietà generale del contratto collettivo di lavoro valido per il settore in questione». Presupposto è prima di tutto che i datori di lavoro paghino salari inferiori «ai salari e agli orari di lavoro tipici di una regione, di una professione o di un settore, ripetutamente e in modo indebito». Inoltre, di norma, la dichiarazione d’obbligatorietà generale per i dipendenti coinvolti è necessaria e devono essere considerati gli interessi economici e regionali.

Salario minimo nel contratto normale di lavoro

Un contratto normale di lavoro può prevedere salari minimi.

Se non vige nessun contratto collettivo di lavoro e i datori di lavoro in un settore o in una professione pagano salari inferiori «ai salari tipici della professione o del settore, ripetutamente e in modo indebito», la Commissione tripartita «può emettere un contratto normale di lavoro a tempo determinato che preveda salari minimi differenziati in base alle regioni ed eventualmente alle località».

Salario minimo nel diritto cantonale

Infine il cantone come misura di politica sociale può definire un salario minimo per tutti i dipendenti, tuttavia basso. Il Tribunale federale ha dichiarato ammessa una legge corrispondente del Canton Neuchâtel.

Ho diritto a un aumento di salario?

Secondo il diritto obbligazionario, non sussiste nessun diritto generale a un aumento di salario. Un diritto a un aumento di salario però può essere ancorato per contratto o in un contratto collettivo di lavoro eventualmente applicabile. Se queste condizioni contrattuali sono soddisfatte, ha diritto a un aumento di salario corrispondente.

Se è un impiegato pubblico, in generale, in virtù delle basi giuridiche applicabili al suo rapporto di lavoro, ha diritto a un aumento di salario.

Ho diritto allo stesso aumento di salario dei miei colleghi di lavoro?

Sostanzialmente no. Come indicato dal Tribunale federale, il datore di lavoro può prendere decisioni non oggettive e arbitrarie a condizione che in questo modo non «esprima una mancanza di stima che ferisca la personalità del dipendente». Di conseguenza normalmente può anche concedere un aumento di salario o meno senza doverlo motivare in modo obiettivo. Diversa è la situazione se una parità di trattamento è stata concordata per contratto, se è applicabile un contratto collettivo di lavoro corrispondente o se esiste un regolamento di legge per il suo rapporto di lavoro nel settore pubblico.

Per il principio secondo il quale il datore di lavoro può decidere liberamente a chi concedere un aumento di salario e a chi no, vale un’eccezione decisiva: se il datore di lavoro considera per gli aumenti di salario solo donne o uomini senza motivazione obiettiva, viola la legge delle pari opportunità. Infatti, il datore di lavoro non può svantaggiare i suoi dipendenti in virtù dell’appartenenza di genere, «né per lo stato civile, la situazione famigliare o per una gravidanza.» Se però un genere viene svantaggiato in modo sistematico per quanto riguarda il salario e il datore di lavoro corregge questa ingiustizia con aumenti di salario solo per questo genere, ciò non rappresenta una discriminazione.

Se al contrario una discriminazione può essere resa credibile, il datore di lavoro deve dimostrare che la discriminazione non sussiste. Se ciò non viene dimostrato ha diritto al salario di fatto dovuto.

Il mio datore di lavoro può licenziarmi perché ho richiesto un aumento di salario?

Sì, ma generalmente il licenziamento è indebito e il dipendente può richiedere un risarcimento danni corrispondente al datore di lavoro. Se «rivendica diritti connessi al suo rapporto di lavoro in buona fede» e il suo datore di lavoro come conseguenza la licenzia, si tratta di una cosiddetta disdetta indebita data per rappresaglia. Sono indebiti anche licenziamenti poco prima della maturazione del premio per anzianità di servizio concordato contrattualmente o prima del pagamento di un bonus.

Se il datore di lavoro la licenzia perché è attivo come rappresentante dei lavoratori o nei sindacati, anche in questo caso di tratta di un’azione indebita.

Posso parlare del mio salario?

Sì, infatti il salario secondo la sentenza del Tribunale federale non è da considerarsi segreto aziendale. Ogni dipendente può parlare liberalmente del suo salario.


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