Famiglia
Mia figlia può decidere con chi vivere?
No, ma in un procedimento dinanzi a un'autorità giudiziaria o amministrativa deve essere ascoltata e i suoi desideri devono essere presi in considerazione se sono nell'interesse superiore del bambino.
La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, in vigore in Svizzera dal 1997, obbliga gli Stati membri a garantire al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità. Sua figlia deve quindi essere ascoltata in una procedura di misure di protezione dell’unione coniugale o di divorzio, ma anche in una procedura di protezione dell'infanzia, a meno che la sua età o altri importanti motivi non le si oppongano.
Anche i bambini piccoli devono essere ascoltati
La legge non specifica a partire da quale età il minore deve essere ascoltato in un procedimento giudiziario o amministrativo. Analogamente, non è necessario che il minore sia capace di discernimento perché l'udienza abbia luogo. Il Tribunale federale presuppone «nel senso di una direttiva che l'audizione dei bambini è in linea di principio possibile a partire dall'età di sei anni. Tuttavia, non è escluso fin dall'inizio che, a seconda delle circostanze specifiche, possa essere imposto anche l‘ascolto di un bambino un po' più piccolo, ad esempio se il più giovane di diversi fratelli e sorelle sta per raggiungere l'età limite indicata».
Sua figlia ha quindi il diritto di esprimersi in un procedimento giudiziario o amministrativo su dove vuole vivere. La decisione, tuttavia, viene presa dal tribunale o dall’autorità di protezione, che tiene conto di tutte le circostanze importanti per il bene del figlio.
Andarsene contro la volontà dei genitori
In linea di principio, siete voi, in quanto genitori con autorità parentale, a determinare dove vive vostra figlia. Questo significa che sua figlia minorenne non può andarsene per un capriccio. Tuttavia, se è più di un semplice capriccio e sua figlia è dell'opinione che vivere con lei non sia più ragionevole, può rivolgersi all’autorità di protezione. Se necessario, l’autorità adotterà misure di protezione adeguate. Se l‘autorità ritiene che l'attuale situazione di vita sia incompatibile con il benessere del bambino, può decidere che sua figlia debba vivere altrove. (cfr. anche «Posso buttare fuori di casa mio figlio durante il suo apprendistato?»).