Lavorare

Quali bugie sono ammesse durante un colloquio di lavoro?

In linea di principio, il candidato deve fornire informazioni veritiere. Tuttavia, se il datore di lavoro pone domande che non hanno alcuna relazione con il posto di lavoro, il candidato ha il diritto di dire una bugia «a fin di bene». Se la domanda viola la Legge sulla parità dei sessi, il datore di lavoro potrebbe essere tenuto anche ad un risarcimento danni.

Un datore di lavoro attuale o futuro può richiedere al dipendente informazioni sui dati personali solo «nella misura in cui esse riguardano la sua idoneità al rapporto di lavoro o sono necessarie per l'esecuzione del contratto di lavoro». La legge sulla protezione dei dati obbliga inoltre il datore di lavoro a trattare i dati in modo proporzionato e opportuno. Infine, le domande poste durante la procedura di candidatura non devono essere discriminatorie rispetto al genere.

Il candidato deve fornire informazioni veritiere

Il candidato deve fornire informazioni veritiere in risposta a domande ammissibili perché rilevanti per il posto di lavoro in questione. L'obbligo di divulgazione, ossia l'obbligo di divulgare informazioni di propria iniziativa e senza essere interpellati, si applica solo in misura molto limitata. Questo vale, ad esempio, se il candidato è ancora vincolato da una clausola di non concorrenza o non è fisicamente in grado di svolgere il lavoro. Se le parti concludono il contratto di lavoro e il datore di lavoro viene successivamente a conoscenza di questo fatto, il contratto di lavoro è nullo.

Le domande devono riguardare l'idoneità all'impiego

Le domande sono ammesse nel processo di candidatura, purché riguardino l'idoneità del candidato al lavoro. Ad esempio, le domande sulla pianificazione familiare, sulle opinioni religiose o politiche o sui precedenti penali non sono generalmente consentite e il candidato può rifiutarsi di fornire informazioni o mentire. Tuttavia, il potenziale datore di lavoro è autorizzato a chiedere informazioni su una gravidanza in corso, ad esempio quando si tratta di una posizione in radiologia. Lo stesso vale per un’impresa di tendenza, che è autorizzata a chiedere l'affiliazione religiosa o l'appartenenza a un partito politico, a seconda del tipo di lavoro. Anche una scuola o un asilo nido possono chiedere un estratto del casellario giudiziario. (Vedi anche: «Il mio capo può vietarmi di scrivere lettere come editore?»)

La Legge sulla parità di genere alleggerisce l'onere della prova

Il datore di lavoro non può porre domande nel processo di candidatura che discriminino il candidato sulla base del suo genere. Pertanto, una domanda sulla gravidanza è in linea di principio altrettanto inammissibile quanto una domanda riguardante il desiderio di un candidato sulla continuità della sua carriera militare. (Vedi anche: «Sono incinta. La mia datrice di lavoro può licenziarmi?»)

La giurisprudenza ritiene che la discriminazione sul lavoro sia provata se appare probabile in maniera preponderante. Sebbene questo alleggerimento dell'onere della prova in caso di sospetta discriminazione sul lavoro non sia espressamente previsto dalla legge, la giurisprudenza lo consente a causa della difficoltà pratica di fornire prove chiare. In caso di discriminazione sul lavoro, il candidato non occupato ha diritto a un risarcimento. (Vedi anche: «Un datore di lavoro donna può assumere solo uomini?»)