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Quando un uovo è da «allevamento all’aperto»?
Se un uovo proviene da una gallina allevata all’aperto lo rivela il codice stampato sul guscio. Questa etichettatura delle uova non è però regolata da un’apposita normativa.
Le prescrizioni relative alla dichiarazione per le uova si basano sulle norme generali in materia di derrate alimentare, mentre la denominazione «allevato all’aperto» per la carne di pollame è legata a requisiti dettagliati. (Vedi anche: «Cosa posso vendere nel negozio della fattoria?»)
Il codice sull'uovo rivela l'origine
Il codice «1» stampato sul guscio dell'uovo rivela che la gallina proviene da un sistema di allevamento all'aperto. In virtù della protezione dagli inganni prevista dalla legge sulle derrate alimentari non è consentito etichettare un uovo «da allevamento all'aperto» contrariamente alla realtà.
A differenza del pollame, tuttavia, per le uova non esiste un regolamento specifico in materia di etichettatura. L'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria rimanda pertanto in una lettera informativa, alle descrizioni dei diversi tipi di allevamento fornite dal settore delle uova.
La carne di pollame proveniente da allevamenti all'aperto è regolamentata in modo vincolante
L’Ordinanza sulla caratterizzazione del pollame (OCPo) disciplina in dettaglio quando la carne di pollo può essere venduta con la denominazione «rurale all’aperto». Essa stabilisce, ad esempio, il numero massimo di polli ammessi per metro quadrato di superficie del pollaio e per azienda, il momento in cui gli animali possono essere macellati e la frequenza con cui devono avere accesso al pascolo.
Aggiornato l'11 dicembre 2025