Autorità
L'autorità penale può perquisire il mio smartphone privato?

In caso di reati gravi, prevale l'interesse all'azione penale e l'autorità penale può perquisire anche gli smartphone privati.
Nell'ambito di un procedimento penale, l'autorità penale può perquisire gli smartphone «se si presume che contengano informazioni soggette a sequestro». Questo diritto è limitato in particolare quando l'interesse alla protezione della personalità dell'imputato prevale sull'interesse all'azione penale. Se la proprietaria dello smartphone lo fa valere, l'autorità penale sigilla lo smartphone. Se risulta che l'interesse dell'azione penale prevale effettivamente sull'interesse alla riservatezza, il tribunale autorizza l'apertura del sigillo. Questo è generalmente il caso quando il procedimento penale riguarda un reato, come confermato dal Tribunale federale con sentenza del 13 agosto 2025.
Presunto trafficante di cocaina si oppone alla perquisizione del suo smartphone
Nell'ambito di un'indagine penale per traffico di cocaina, la procura sequestra due smartphone. Il proprietario chiede che vengano sigillati, poiché contengono immagini intime. La procura chiede quindi al tribunale distrettuale competente la completa apertura e perquisizione dei telefoni cellulari sequestrati, ottenendo esito positivo. Il proprietario degli smartphone presenta ricorso in materia penale al Tribunale federale contro questa decisione.
In caso di reato, il tribunale può anche aprire uno smartphone privato
Il ricorrente sostiene che sul suo smartphone siano presenti registrazioni intime che non hanno alcuna rilevanza per il procedimento penale in corso. Una perquisizione violerebbe quindi illegalmente la sua sfera privata. Come scrive il Tribunale federale, una perquisizione di smartphone ad uso privato porta quasi inevitabilmente alla violazione di segreti privati. Tuttavia, questo da solo non giustifica interessi segreti meritevoli di protezione: «Le registrazioni personali e la corrispondenza dell'imputato non sono protette in modo assoluto, ma solo quando l'interesse alla protezione della sua personalità prevale sull'interesse all'azione penale, secondo la legge». (Vedi anche: «L'università può leggere le mie e-mail universitarie?»)
Mentre nei casi di minore entità l'interesse alla riservatezza prevale di norma, nei reati gravi prevale l'interesse all'azione penale. Nel caso specifico si tratta di chiarire un reato. Per il Tribunale federale non è quindi «plausibile che l'interesse del ricorrente alla protezione della sua personalità possa prevalere sull'interesse dell'azione penale» e che sussista il rischio di un danno irreparabile.
Il Tribunale federale non entra nel merito del ricorso, ma accoglie la richiesta di assistenza legale gratuita e indennizza il rappresentante legale del ricorrente attingendo dalla cassa del Tribunale federale. Esso fa presente al ricorrente che dovrà rimborsare tale importo non appena ne avrà la possibilità.