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Occorre il consenso di tutti i comproprietari di una PPP per una wallbox?

No, in via di massima basta che la maggioranza dei comproprietari sia d’accordo - salvo se diversamente previsto dal regolamento condominiale.

Siccome in genere l’installazione di una stazione di ricarica a parete valorizza l’immobile, i relativi lavori possono essere decisi con una «maggioranza di tutti i comproprietari che rappresenti oltre la metà della cosa.» Spetta a loro determinare chi dovrà sostenerne le spese e in quale misura.

Di principio nessun diritto alla stazione di ricarica nella PPP

Una mozione parlamentare ancora pendente chiede che vengano create le basi legali che consentano agli inqulini e ai comproprietari di una PPP di predisporre ed usare una stazione di ricarica nei luoghi in cui le auto vengono lasciate per periodi prolungati come garage comuni. Attualmente non esiste una legge che garantisce questo diritto. Pertanto, non può montare una wallbox nelle aree condivise dell’edificio senza il previo consenso della comunità di comproprietari. Il regolamento può addirittura richiedere l’unanimità.

La situazione si presenta più favorevole se possiede un parcheggio chiuso con accesso indipendente. Per quest’area di proprietà esclusiva non occorre l’accordo degli altri condomini, a condizione che il dispositivo non invada lo spazio altrui e l’elettricità da lei consumata venga fatturata con bolletta separata.

Nessun sostegno federale per le stazioni di ricarica

Oltre al montaggio si dovrà chiarire la questione delle spese per l’installazione, la manutenzione e l’uso. Anche qui sarà la comunione dei comproprietari a decidere. Alcuni cantoni e comuni versano dei sussidi per l’installazione di stazioni di ricarica. Attualmente la Confederazione, per contro, non incentiva l’installazione di wallbox per edifici in PPP.