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Ho diritto all'indennità di disoccupazione come donna incinta?

Una donna incinta è in linea di principio idonea al collocamento ed ha diritto all'indennità di disoccupazione, purché soddisfi anche gli altri requisiti. Ciò è stato confermato dal Tribunale federale nella sentenza dell'11 febbraio 2020.

Per ricevere l'indennità di disoccupazione la persona assicurata dev’essere idonea al collocamento. Nel caso di una donna incinta le autorità non possono presumere che la donna al termine del suo congedo di maternità non sarà più occupata professionalmente e quindi non sia idonea al collocamento. La gravidanza non dev’essere equiparata ad un viaggio programmato all'estero, sulla base del quale le autorità possono negare l’idoneità al collocamento. Infine, le autorità non possono insinuare che la potenziale datrice di lavoro stia discriminando illegalmente una candidata incinta. (Vedi anche: «Un datore di lavoro può assumere solo uomini?»)

Una donna incinta occupata si iscrive all’ufficio di collocamento

Una donna lavora nel settore della ristorazione con contratti stagionali dal 2008. Dopo essersi iscritta all’Ufficio regionale di collocamento (URC) per l'inserimento lavorativo durante il contratto stagionale 2018, il Servio per l’industria, le arti e il lavoro ha negato l’idoneità al collocamento della donna a causa della sua gravidanza. Il Tribunale cantonale del Vallese ha accolto il ricorso ed ha concesso alla donna l'indennità di disoccupazione. Il Servizio ha ricorso in materia di diritto pubblico, senza successo, a Tribunale Federale, che ha confermato la decisione del Tribunale di grado inferiore.

L’attività professionale non termina necessariamente con la nascita

L'assicurato ha diritto all’indennità di disoccupazione se è disposto, capace e autorizzato a lavorare. Non è idoneo al collocamento se è disponibile solo per un periodo molto breve. Tuttavia le autorità non possono dare automaticamente per scontato che ciò avvenga nel caso di una donna incinta: secondo il Tribunale federale: «Poiché non vi sono indicazioni che l’assicurata avrebbe voluto ritirarsi dal mercato del lavoro completamente o almeno per un periodo più lungo dal momento del parto, la questione dell’idoneità al collocamento non può basarsi solo sul periodo fino alla data del parto, poiché un rapporto di lavoro continua secondo il diritto del lavoro durante il congedo di maternità».

La gravidanza non dev’essere equiparata al viaggio all'estero

Ad esempio, chi sta pianificando un viaggio all'estero non è «disposto» e non è idoneo al collocamento. Tuttavia, come sottolinea il Tribunale federale, la gravidanza non è «altrimenti disposta», ma fa parte del diritto alla famiglia, costituzionalmente protetto.

Discriminazione sul lavoro vietata

La legge sulla parità dei sessi vieta la non assunzione di una persona per motivi di genere. La gravidanza non è quindi un motivo ammissibile per non assumere una persona. Tuttavia, negando in generale l'idoneità al collocamento di una donna incinta, «il ricorrente sottintende questo atteggiamento discriminatorio da parte dei potenziali datori di lavoro». Come afferma il Tribunale federale, quest’ipotesi non è degna di tutela. (Vedi anche: «Quali bugie sono ammesse nei colloqui di lavoro?»)

Il Tribunale federale ha respinto il ricorso e obbligato l'autorità cantonale a versare spese ripetibili di 2.000 franchi svizzeri.

Aggiornato il 30 marzo 2023