Autorità

Posso minacciare un automobilista perché mette in pericolo mio figlio?

Chiunque schiaffeggi qualcuno e poi lo minaccia dicendo che «succederà qualcosa di peggio» è perseguibile se provoca nella controparte paura o terrore. Ciò è stato confermato dal Tribunale federale nella sentenza del 14 agosto 2023.

Se una persona minaccia un'altra e quindi le incute «spavento o terrore», è passibile, a querela di parte, di una pena detentiva o di una pena pecuniaria. Il fattore decisivo è se la minaccia possa causare spavento o terrore in una persona ragionevole.

Il padre aggredisce l'autista di un camion

Un uomo passa con il suo camion davanti ad un gruppo di bambini su una strada solitamente chiusa al traffico e scende dal camion. Il padre di uno dei bambini lo afferra per la giacca, lo schiaffeggia e minaccia che «succederà qualcosa di peggio» se attraverserà di nuovo la strada. Infine, il padre lo schiaffeggia di nuovo.

Sia l'autista del camion che il padre presentano querela penale, quest'ultimo per aver violato le norme della circolazione stradale, non adeguando la velocità. L’autorità giudiziaria assolve il camionista e condanna il padre ad una pena pecuniaria con la condizionale e ad una multa. Il Tribunale cantonale respinge il ricorso e anche il Tribunale federale conferma la condanna del padre, respingendo il suo ricorso in materia penale.

La minaccia deve incutere spavento o terrore

Il ricorrente ha negato di avere spaventato il camionista con la sua dichiarazione. Non avrebbe potuto fare nulla di «peggio» all'autista, poiché non conosceva il suo nome e il suo indirizzo. Il fatto a sapere se una minaccia può spaventare qualcuno si basa sulla «percezione di una persona ragionevole con una capacità mentale ragionevolmente normale», come scrive il Tribunale federale. Secondo il Tribunale federale, il camionista, «sotto l'impressione dello schiaffo in faccia, non ha avuto dubbi sulla volontà del denunciante di usare la violenza e ha preso sul serio la minaccia». Ciò era comprensibile nella situazione specifica.

Da parte sua, il padre «sapeva del carattere minaccioso delle sue parole e aveva almeno messo in conto che il camionista sarebbe stato terrorizzato o spaventato».

Il Tribunale federale ha respinto il ricorso e condannato il ricorrente a pagare le spese giudiziarie per un importo di 3.000 franchi svizzeri.