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A chi appartengono i mobili che consegno al negozio dell'usato?

Anche un divano logoro o un vecchio armadio hanno un proprietario. Quest’ultimo decide se e a quali condizioni vuole cedere i mobili. Se il negozio dell’usato non volesse gli oggetti, il proprietario non è autorizzato a depositarli in un luogo qualsiasi.

Non importa quanto sia vecchio e logoro un divano, non importa quanto sia già storto un armadio: questi mobili appartengono a qualcuno. La proprietaria non perde automaticamente e immediatamente i suoi diritti di proprietà non appena porta gli oggetti in una bottega dell’usato. Tuttavia, ha anche dei doveri e non le è permesso di smaltire semplicemente i mobili in un luogo qualsiasi.

Il proprietario decide cosa fare dei suoi mobili

La bottega dell’usato non può disfarsi dei mobili già nel caso in cui una persona li offra o li depositi per un breve periodo, ad esempio nel parcheggio di fronte al negozio stesso. La proprietaria deve piuttosto esprimere chiaramente la volontà di vendere i mobili alla bottega dell’usato o di lasciarglieli gratuitamente. Tuttavia, la proprietaria della bottega dell’usato può presumere che il proprietario volesse lasciare i mobili a titolo gratuito se il scarica gli stessi presso il negozio dell’usato e poi non ritorna entro un breve periodo di tempo.

Questa procedura è comunque sconsigliata. Anche la proprietaria della bottega dell’usato è libera di decidere se accettare o meno il divano e la credenza. Depositare i mobili a sua insaputa o addirittura contro la sua volontà è punibile per legge (Vedi anche: «Il littering sui sentieri è un reato punibile?»)

Lasciare i mobili per l’«asporto gratuito» è uno smaltimento illegale

Se la camminata fino alla bottega dell’usato vi risulta noiosa o se non riuscite a sbarazzarvi dei vostri mobili, è facile che vi venga l'idea di mettere il divano e la credenza sul ciglio della strada. Tuttavia, ciò non è consentito per motivi ambientali. I mobili dismessi sono rifiuti urbani e il proprietario deve smaltirli nelle raccolte o nei punti di raccolta previsti dai Cantoni. Di fatto, però, alcuni comuni e città chiudono un occhio e lasciano che i privati facciano i loro comodi. Almeno finché un intero mobile non blocca il marciapiede per settimane.