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Lo sciopero delle donne è un diritto costituzionale?

Se la libertà sindacale costituzionale protegga o meno lo sciopero delle donne è controverso. La costituzione protegge tuttavia la partecipazione allo sciopero nella misura in cui è un'espressione della libertà d’opinione.

Secondo la Costituzione federale, uno sciopero è consentito se si riferisce ai rapporti di lavoro e nessun CCL stipula il cosiddetto dovere di preservare la pace del lavoro.

Diritto di sciopero limitato

Se esiste tale CCL, una dipendente viola i suoi obblighi contrattuali con un'interruzione del lavoro senza preavviso e non concordata con il superiore. Anche se non esiste un CCL, è controverso in che misura lo sciopero delle donne rientri nella libertà sindacale costituzionale. Ciò tra l'altro perché le rivendicazioni non mirano solo a far rispettare determinate condizioni di lavoro, ma sono anche di natura politica.

Licenziamento con effetto immediato

Un'assenza una tantum dal lavoro non giustifica di norma il licenziamento con effetto immediato. Se, tuttavia, la presenza della dipendente è assolutamente necessaria e la dipendente sciopera senza averlo annunciato e averlo concordato, un licenziamento con effetto immediato potrebbe essere giustificato. Questo è il caso, ad esempio, di una dottoressa assegnata al servizio di picchetto d'emergenza.

Licenziamento ordinario

Se la datrice di lavoro vuole procedere con un licenziamento ordinario nei confronti della sua dipendente a causa della sua partecipazione allo sciopero delle donne, anche questo di solito non è una buona idea. Perché un licenziamento è abusivo, se la datrice di lavoro lo pronuncia perché la dipendente esercita un diritto costituzionale. Ciò é il caso per una dipendente che sciopera - perché esprime la sua opinione. Tuttavia la dipendente che sciopera non conserva il suo posto di lavoro dopo un licenziamento abusivo, ma ha però la prospettiva di un'indennità.