Consumo & Internet

Posso insultare i politici su Facebook?

Chi sul proprio profilo Facebook definisce una persona «malata di mente» senza alcun contesto è perseguibile penalmente.

Il diritto penale tutela la reputazione di persona onesta. Un'affermazione pubblicata senza contesto secondo cui una persona è malata di mente costituisce un reato di diffamazione. Un profilo Facebook accessibile solo a una cerchia ristretta di persone è pubblico e chi acquisisce prove tramite tale accesso non agisce in modo illegale. Le prove così ottenute sono ammesse nel procedimento penale. Lo ha deciso il Tribunale federale il 2 novembre 2018. (Vedi anche: «Una registrazione effettuata da una dashcam conta come prova?»)

Un uomo vuole «rinchiudere in una clinica» una donna politico

Un utente di Facebook commenta un post su un politico con l'affermazione «Forse dovrebbero metterla in una clinica. È gravemente malata». Ribadisce quest’affermazione in un post successivo su un profilo accessibile solo agli «amici del partito». Il Tribunale distrettuale ha condannato l'uomo per ingiuria, il Tribunale cantonale ha confermato il verdetto di colpevolezza. Il Tribunale federale ha respinto il ricorso in materia penale.

Le dichiarazioni su Facebook sono prove utilizzabili

L'utente di Facebook non nega di aver scritto i post. Tuttavia li ritiene inutilizzabili quali prove, perché il politico era diventato membro del gruppo Facebook con un profilo di fantasia e li aveva ottenuti in tal modo; ciò sarebbe illegale ed è per questo che i suoi post non possono essere considerati utilizzabili come prova. Tuttavia il Tribunale federale non vede alcun motivo per cui l'accesso ad un profilo pubblicamente accessibile debba essere illegale. Il fatto che il politico avesse ottenuto l'accesso tramite un profilo di fantasia non era illegale e non cambiava l'utilizzabilità della prova. (Vedi anche: «Devo moderare i commenti sul mio sito Facebook?»)

Il riferimento alla malattia mentale può essere diffamatorio

L'affermazione secondo cui qualcuno è malato di mente non è di per sé contraria all’onore. D'altra parte, secondo il Tribunale Federale, agisce contrariamente all’onore chi utilizza «una terminologia psichiatrica in termini profani per dipingere qualcuno come avente un carattere inferiore e quindi per degradare il suo onore personale». Nel caso di dichiarazioni sui media, l'impressione del lettore medio è decisiva. (Vedi anche: «Mi è permesso parlare di «nepotismo» in televisione?»)

Nel caso specifico il commentatore non si è preoccupato di mostrare un collegamento diretto con una possibile malattia effettiva del politico. Secondo il Tribunale federale, egli mirava esclusivamente e deliberatamente a screditare il politico come persona di buona reputazione. Anche se il politico avesse sofferto effettivamente di una malattia mentale, ciò è irrilevante, poiché l'utente di Facebook ha postato il commento in modo incoerente e ha quindi espresso un puro giudizio di valore.

L’ingiuria è punibile anche nella sfera privata

Chiunque insulti un'altra persona è perseguibile, indipendentemente dal fatto che altre persone abbiano ascoltato l'affermazione. In ogni caso anche un profilo Facebook con un gruppo chiuso è considerato «pubblicamente accessibile», secondo il Tribunale federale. (Vedi anche: «Il medico può pubblicare la mia storia clinica sui social media?»)

Il Tribunale federale ha respinto il ricorso e condannato il ricorrente al pagamento delle spese giudiziarie per un importo di 1.200 franchi svizzeri.

Aggiornato il 13 novembre 2025


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