Vacanze

Prendere le vacanze

Il dipendente ha diritto alla retribuzione durante la vacanza?

La datrice di lavoro deve pagare al dipendente il salario per le vacanze. Secondo il Tribunale federale, il salario per il periodo di vacanza dev’essere equivalente a quello che il dipendente avrebbe percepito se avesse lavorato. Se il reddito è irregolare, il dipendente deve ricevere il salario medio dell'anno precedente o del periodo più breve antecedente la vacanza.

Attenzione: anche in caso di lavoro irregolare, la datrice di lavoro deve pagare lo stipendio durante la vacanza. Secondo il Tribunale federale, è possibile calcolare la retribuzione della vacanza anche con gli attuali sistemi di registrazione degli orari. Se la datrice di lavoro paga comunque lo stipendio con l'«indennità per vacanza inclusa», dovrà pagare lo stipendio in più durante la vacanza. (Vedi anche: «Ho diritto al pagamento del salario durante le vacanze?»)

Cosa succede se un dipendente si ammala mentre è in vacanza?

Se un dipendente non è in grado di usufruire della vacanza a causa di una malattia o di un infortunio, può recuperare i giorni di vacanza. Su richiesta della datrice di lavoro, il dipendente deve presentare un certificato medico che confermi l'impossibilità di usufruire della vacanza. (Vedi anche: «Posso recuperare le ferie se mi ammalo durante le vacanze?»)

Attenzione: il diritto al recupero della vacanza sussiste solo se il dipendente era «inidoneo alle ferie», cioè incapace di ristabilirsi a causa di particolari disturbi o dolori. Se il dipendente trascorre invece la vacanza in modo diverso da quello originariamente previsto a causa di una malattia o di un infortunio, ciò non comporta il diritto al recupero.

Esempio: se un dipendente non può partecipare alla gita sciistica programmata a causa di uno strappo muscolare, ma è in grado di muoversi nella vita quotidiana senza particolari dolori, non ha diritto al recupero.

Il dipendente dev’essere disponibile durante la vacanza?

I dipendenti devono avere la possibilità di recuperare durante le ferie, cosa che non è possibile se sono costantemente a disposizione. Se la datrice di lavoro esige comunque questo, non solo viola il suo dovere di protezione, ma anche il divieto di monitorare e controllare sistematicamente i propri dipendenti.

In via eccezionale, la datrice di lavoro può obbligare il dipendente a essere disponibile per le emergenze aziendali. Tuttavia, ciò non è consentito per questioni relative alle normali operazioni aziendali.

Il dipendente è tenuto al dovere di fedeltà durante la vacanza?

Anche durante la vacanza i dipendenti sono tenuti a rispettare il dovere di fedeltà, ossia a non divulgare alcun segreto. Tuttavia, i dipendenti sono liberi di organizzare il proprio tempo libero come desiderano. Esistono eccezioni per le persone che rappresentano l'azienda all'esterno, come un membro della direzione o un portavoce dei media. Nelle cosiddette «aziende di tendenza», cioè quelle con un orientamento politico o spirituale/ideale, la datrice di lavoro può impartire istruzioni più ampie anche ad altri dipendenti.

Esempio: il capo di un'organizzazione vegetariana non dovrebbe postare su Instagram una sua foto mentre mangia una bistecca. (Vedi anche: «Il mio capo può proibirmi di impegnarmi politicamente?»)

Il dipendente può lavorare per un altro datore di lavoro durante la vacanza?

Un dipendente può lavorare durante le vacanze se ciò non viola gli interessi della datrice di lavoro principale e non vanifica lo scopo ricreativo della vacanza. Se non rispetta queste condizioni, la datrice di lavoro può rifiutarsi di pagare la retribuzione per il periodo di «vacanza».

Esempio: un dipendente di una società di consulenza fiscale può lavorare in un rifugio di montagna con un carico di lavoro moderato durante la vacanza. Tuttavia non gli è consentito offrire consulenza fiscale ai concorrenti durante la vacanza o lavorare in un cantiere edile per l'intera durata delle vacanze.

La datrice di lavoro può dare la disdetta durante le vacanze?

La datrice di lavoro può dare la disdetta durante la vacanza. Tuttavia, il dipendente deve aver avuto la possibilità di ricevere la comunicazione di licenziamento. Tuttavia, se il dipendente non ha trascorso la vacanza a casa e non ha avuto la possibilità di svuotare la cassetta delle lettere, quale data di disdetta è considerato il giorno in cui il dipendente ha potuto ricevere la comunicazione di licenziamento.

Esempio: il dipendente va in vacanza il 20 aprile, la datrice di lavoro notifica la disdetta il 21 aprile con un periodo di preavviso di due mesi per la fine del mese. Il dipendente rientra il 3 maggio. Il periodo di preavviso di 2 mesi non inizia prima del 1° giugno e il rapporto di lavoro dura fino al 31 luglio. (Vedi anche: «Devo inviare la mia disdetta per posta?»)

Il dipendente deve recuperare il lavoro se rientra tardi dalla vacanza?

Se il dipendente non rientra in tempo dalla vacanza, dipende dal motivo del ritardo se riceve o meno la retribuzione per questi giorni.

Se il motivo del ritardo è personale, ad esempio perché il dipendente è malato o ha avuto un infortunio, il dipendente riceverà dalla datrice di lavoro la retribuzione legalmente prevista per i giorni non lavorati. Se per una ragione non inerente alla persona del dipendente quest’ultimo non rientra per tempo, come nel caso di una pandemia o di un disastro ambientale, il dipendente non ha diritto alla retribuzione per i giorni di lavoro mancati. Tuttavia, non è tenuto a recuperare il lavoro, a meno che non lo faccia volontariamente in accordo con la datrice i lavoro e quest'ultima gli paghi la retribuzione. (Vedi anche: «Non è possibile rientrare a casa a causa di un terremoto: cosa succede riguardo al mio posto di lavoro?»)

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